Ostacoli e nemici interni - Ep 3
Ciao, bentrovato e bentrovata a questa nuova puntata del
podcast "Voglio, quindi posso". Eccoci al momento cruciale. O meglio, agli #ostacoli che ho dovuto superare quando ho deciso di voler cambiare strada, di
cambiare la mia vita. In qualsiasi cambiamento ci sono delle difficoltà, degli
ostacoli che, a volte sembrano inficiare tutti i nostri sforzi per raggiungere
determinati #obiettivi. Possono essere paure, difficoltà oggettive legate alla
nostra fisicità, alla nostra mente oppure all’ambiente dove viviamo tutti i
giorni. I cambi di rotta non sono mai facili. Implicano tantissima energia,
volontà e, a volte, anche un pizzico di fortuna.
Credo che le difficoltà più grandi che ho affrontato in questo processo siano state prevalentemente di due tipi: quelli che ho chiamato i miei nemici interni dei quali parleremo in questa puntata e quelli esterni dei quali chiacchiereremo durante la prossima puntata. Per nemici interni intendo ciò che dipende da noi, quindi cosa pensiamo, cosa ci diciamo per superare o meno queste avversità. La nostra voce interiore, il nostro dialogo interno, che detto in parole semplici è quella #vocina che sentiamo nella nostra testa e che spesso ci consiglia o meno di fare certe cose. Qualche volta siamo noi stessi ad auto boicottarci per motivi legati a tanti fattori (per esempio paure che arrivano dal passato, paure che arrivano dal presente, paura del fallimento, paura del giudizio altrui, ce ne possono essere di moltissimi tipi).
Invece per nemici esterni intendo le altre persone: cosa ci dicono, i nostri haters (per usare un linguaggio moderno) e in particolar modo chi ci mette i bastoni tra le ruote per questo o quel motivo.
Come dicevo prima oggi faremo una chiacchierata sui nostri nemici interni…beh, che dire…che fatica!…Eh sì perché sono sempre lì…a nostra disposizione…sempre a portata di mano…o di orecchio se preferisci.
Mi è capitato di parlare con molte persone che sono rimaste intrappolate in lavori o situazioni o vite che non amavano più e dove non si riconoscevano. E così è successo anche a me. Sicuramente una delle sfide più grandi che dovevo affrontare era, come dicevo durante la prima puntata, la sensazione di salto nel vuoto. Avevo un lavoro a tempo indeterminato, con tanti benefit e alla fine del mese potevo contare su uno stipendio sicuro, un’entrata che sapevo essere sempre quella. Se avessi deciso di fare la #doppiatrice sarei andata incontro a una parola che mi destava non poca preoccupazione: precarietà o se vogliamo dirla con un termine ancora più cupo: Incertezza finanziaria. È difficile abbandonare l’abitudine di stabilità per un’incertezza. E non solo economica. E qui la mia vocina interiore mi diceva: "E se con il nuovo lavoro non guadagnassi abbastanza per pagare tutte le spese a fine mese?" "E se sopraggiungesse un imprevisto tipo la macchina che si rompe e devi farla aggiustare o un problema di salute tipo..il dentista?" Ecco che il mio #dialogo interno assumeva delle connotazioni di limitazione. Quelle che si chiamano in gergo #condizioni limitanti. Durante questi “dialoghi” la paura o meglio le paure, si insinuavano nella mia testa. Ma la voglia di cambiamento era grande. E quindi mi trovavo bloccata…in un limbo! Che brutto quando ti ci ritrovi. È come stare nelle sabbie mobili, senti che stai affondando, vorresti scappare, ma non ci riesci e non trovi soluzioni. E quindi che fare? Ascoltiamo la sigla e poi ne parliamo. Sigla!
Ciao sono Alessandra Eleonori, sono una doppiatrice e speaker e ti do il benvenuto in “Voglio quindi posso”, un podcast dove condividerò con te le esperienze che ho vissuto e le lezioni che ho imparato quando ho deciso che era giunto il momento di cambiare vita, perché spero che ascoltandole tu possa trovare un punto di vista diverso che, forse, non avevi ancora considerato. Perché… la vita… è magia!
Come faccio a cambiare il mio dialogo interno? Sono stati scritti tantissimi libri su questo argomento e, ovviamente non avendo delle competenze specifiche in questo campo, non posso permettermi di darti risposte a questi importanti quesiti. Tutto quello che posso fare, ed è anche lo scopo di questo #podcast, è condividere con te alcuni strumenti che mi hanno aiutato a superare i momenti difficili, rimandandoti alle figure professionali preposte, per eventuali percorsi più consoni. Detto questo, uno degli esercizi che ho imparato e che a tutt’oggi metto in pratica quotidianamente è quello di cercare di depotenziare alcune parole o espressioni che mi dico e che mi fanno sentire a disagio o frustrata o stressata. Ad esempio, la frase: ho l’ansia (quest’espressione è diventata un po’ una moda ultimamente) potrebbe diventare sono un po’ preoccupata. Ho sbagliato tutto… potrebbe diventare: Ho imparato qualcosa. E un ostacolo potrebbe trasformarsi in un’opportunità. Se ci fai caso, internamente, la percezione prende tutta un’altra forma. Prova anche tu. Scrivi alcune delle frasi o parole che ti fanno sentire a disagio e prova a trovare un sinonimo o un modo che ne smorzi l’intensità emotiva. Ma magari ri affronteremo questo argomento nella quinta puntata quando parleremo di risorse, che ne dici? ah tra l’altro se non l’hai ancora fatto, clicca sulla campanella se mi stai ascoltando da #youtube o su segui se hai preferito spreaker o su qualsiasi altro tasto abbia la piattaforma per seguirmi, così ti arriverà la notifica quando uscirà il prossimo episodio.
Ma torniamo alla mia sensazione di “strada senza uscita” di quel periodo. Ero così immersa nel problema che non riuscivo a trovare una soluzione diversa. A questo proposito, mi viene in mente un #meme di un gatto che ho visto qualche tempo fa. C’era questo gattone bellissimo che non riusciva ad uscire dalla sua gabbietta perché continuava a fissare lo sportello dal quale era entrato, senza vedere che, sopra di lui la gabbia era aperta. Ecco, in quel periodo ero proprio come quel gatto. Continuavo a fissare lo sportello, ma non guardavo sopra di me.. Avevo sviluppato una sorta di resistenza al cambiamento. Pur di non cedere all’incertezza, preferivo rimanere in una situazione che non mi andava più e che mi faceva stare male. Quando suonava la sveglia e mi alzavo dal letto per andare in ufficio, avevo una specie di pugno nello stomaco che stringeva forte e quando varcavo la porta dell’agenzia….. il fiato diventava corto e rimanevo tesissima per tutto il giorno. Stavo bene solo quando andavo in studio a fare lezione.
Pensa che ti ripensa, ho tentato delle strade diverse: per prima cosa ho messo un freno alla mia ansia del futuro. Anche oggi faccio così: se penso troppo in là nel tempo, mi assale un disagio interiore perché vorrei fare tutto rapidamente. Ma spesso non è possibile e quindi mi stresso. Allora ho pensato che non dovevo per forza mollare tutto subito. Potevo investire il tempo libero che avevo a disposizione per impegnarmi ancora di più nello studio e vedere se avrebbe portato a qualcosa di buono e poi man mano che i risultati sarebbero arrivati avrei ricalibrato gli obiettivi man mano. Già questa speranza rendeva la situazione lavorativa più leggera e mi faceva intravedere un raggio di sole. Mi bastava pensare che non sarei rimasta in quell’ufficio per sempre e tutto diventava più leggero. Questo ha funzionato anche quando ho deciso di fare la dieta. Il pensiero del lungo termine minava questa decisione fin dal primo boccone e mi faceva passare la voglia. “Come? Per sei mesi non posso mangiare neanche un cioccolatino? Naaaaaa”…….Avevo quindi imparato a darmi degli obiettivi settimanali, come se la dieta finisse di settimana in settimana. Non pensavo più a lungo termine e questo mi è servito ad essere costante nel perseguimento di quell’obiettivo. Detto in parole povere….un passo alla volta. O come dicono nel film #“Borg McEnroe” “un solo punto alla volta”.
Lo stress, quello brutto lo sai anche tu, è davvero una brutta bestia. Per quanto mi riguarda si riflette oltre che sulla mia mente anche sulla mia salute. Quando sono stressata ho più spesso mal di testa, mal di schiena, pressione alta, intestino in disordine. Insomma provoca dei veri e propri danni. E quindi spesso mi sono chiesta: ma perché devo stare così male? Come posso fare?
Ho imparato a rimanere nella situazione difficile, con la proiezione di un futuro diverso. E guarda un po’dopo qualche giorno da questo pensiero…è successo qualcosa. A proposito di sincronicità….un sabato stavo passeggiando per il centro e sono capitata di fianco a un piccolissimo negozietto che non avevo mai notato prima di allora. Esiste ancora sai? Incuriosita sono entrata e c’era una cesta con dei piccoli anellini di rame dentro. Ho chiesto se potevo prenderne uno per vederlo da vicino e la commessa gentilissima mi ha spiegato che ognuno di quegli anelli aveva una scritta diversa incisa all’interno. Ho preso il primo che mi è capitato e la scritta sopra era “Agisci”. Secondo te quell’anello è ancora in negozio? Ahahah naturalmente no. L’ho messo subito al dito e ho deciso da fare una promessa a me stessa: da quel momento non mi sarei mai persa d’animo e avrei iniziato a fare tutto il possibile per realizzare il mio sogno. Questo avrebbe significato pianificare ogni singolo passo e impegnare tutte le mie energie nella mia formazione e nel mio allenamento verso quell’obiettivo. Il tutto continuando ad andare in ufficio. E da quel momento la prospettiva è cambiata. È come se avessi guardato in alto e avessi visto, come il gatto di prima, che la gabbia in realtà era aperta e sarei potuta uscire in qualsiasi momento. Ahhhhhhh che sollievo!
Non ho più permesso alla paura di bloccarmi. Una volta capito
che potevo continuare a lavorare, impegnandomi anche nella realizzazione del
mio obiettivo, avevo ritrovato un’energia potentissima. A quel punto non
rimaneva che pensare alla strategia del “un solo punto alla volta”. Nonostante
fossi riuscita a trovare un escamotage per diciamo così, facilitare la
transizione tra il lavoro che avevo e quello che mi sarebbe piaciuto però,
c’erano altre sfide dietro l’angolo. C’era la vocina della paura del rifiuto …e se non diventassi abbastanza brava e non ti
dessero l’opportunità di lavorare? Oppure
la paura vocina della paura del fallimento: e
se nonostante tutto l’impegno non riuscissi ad acquisire tutte le competenze
necessarie per il nuovo lavoro? E soprattutto, la vocina della paura per il
giudizio degli altri: e se non fossi
abbastanza brava? Toste eh…. Ma poi mi sono chiesta….perché all’inizio di
un bel progetto, devo già pensare che non ce la farò? E se invece fossi
diventata brava e avessero iniziato a verificarsi occasioni lavorative interessanti?
E allora mi sono detta che, forse, valeva la pena provarci lo stesso e tutte le
volte che queste simpatiche vocine iniziavano a parlare studiavo ancora di
più…! Ecco che il mio dialogo interno stava cambiando definitivamente: Ale, non è meglio provarci ed eventualmente
fallire, che non provarci affatto e rimanere con il dubbio che, forse, riusciresti?
Eccoci alla nostra rubrica, #Una voce per te. Quest’ultima riflessione mi ha sbloccato il ricordo di un discorso che l’attore #DanzelWashington ha tenuto all’università della Pennsylvania. Nelle università americane, nel giorno della celebrazione dei nuovi laureati è una tradizione invitare personaggi famosi per motivare i ragazzi al raggiungimento dei propri obiettivi e per incoraggiarli. E in questo caso, Danzel ha proprio parlato del fallimento…Te lo ripropongo con alcuni tagli utili alla nostra narrazione. Buon ascolto.
Ho scoperto che nella vita niente è meritevole, se non si corrono dei rischi. Niente.
Sono sicuro che nelle vostre esperienze a scuola, nella scelta del percorso di laurea e nel decidere cosa volete fare con la vostra vita.. sono sicuro che la gente vi ha detto di avere qualcosa su cui ripiegare quando cadrete”, ma non ho mai capito questo concetto. Sei devo cadere, non voglio ripiegare su niente, tranne che sulla mia fede. Io voglio cadere in avanti. Almeno in questo modo posso vedere cosa colpirò. Cadere in avanti. Dovete correre dei rischi. Ogni esperimento che fallisce è un passo in avanti verso il successo. Prima o poi fallirete nella vostra vita. Accettatelo. Perderete. Vi metterete in imbarazzo. Farete schifo in qualcosa. All’inizio della mia carriera ho fatto un’audizione per un musical di Broadway. Un ruolo perfetto per me, pensavo. Non ho avuto la parte. Ma vi dirò una cosa: non ho mollato. Non mi sono tirato indietro. Sono uscito da lì e mi sono preparato all’audizione successiva e a quella successiva, e a quella successiva ancora. Ho pregato e ho continuato a fallire. A fallire. A fallire, ma non importava. Perché sapete una cosa? Un vecchio detto recita: se continui a frequentare il barbiere abbastanza a lungo, prima o poi ti verranno tagliati i capelli. Quindi mi sono preso una pausa e l’anno scorso ho fatto uno spettacolo intitolato “Fences” a Broadway. E qui viene il bello… era al Court Theathre, lo stesso teatro in cui fallii la prima audizione, 30 anni prima. Se non fallisci, non ci stai nemmeno provando. Mia moglie mi ha detto questa frase stupenda: Per ottenere qualcosa che non hai mai avuto, devi fare qualcosa che non hai mai fatto. La tua vita non sarà mai una strada diritta. Non scoraggiarti mai, non trattenerti mai, dai tutto quello che hai, e quando cadi, nella vita, ricordati questo: cadi in avanti!
Senza insistere non arriverai mai da nessuna parte, quindi fai quello che ti appassiona.
Prenditi le tue opportunità
Cadi in avanti!
Thomas Edison ha condotto 1000 esperimenti falliti, lo sapevi? Io non lo sapevo, ma il milleunesimo fu la lampadina.
#Cadi in avanti!