Il respiro - Ep 6

Dove sei?   Che ora è?   Che cosa sei?  Come risponderesti a queste tre domande?

Quando le ho sentite per la prima volta ho risposto di getto e, anzi, mi sembravano abbastanza banali e semplici. Dove sei? Beh… a casa Che ora è? Sono le 11.45 Che cosa sei? Una donna

Adesso, ti risponderei diversamente. Ma non voglio spoilerarti nulla, e la soluzione a questo piccolo enigma te la darò durante l’ultima puntata di questo podcast … quindi se non l’hai ancora fatto clicca sulla campanella se mi stai ascoltando da youtube o su segui se hai preferito spreaker così ti arriverà la notifica quando uscirà il prossimo episodio.

Ti starai chiedendo: ma che cosa c’entra il respiro?

Molti anni fa, quando ho intrapreso lo studio del doppiaggio e della recitazione, la base fondamentale dalla quale partire era la dizione. Prima ancora di affrontare le regole, c’erano altre nozioni da imparare e degli esercizi da fare. Le nozioni comprendevano come sono fatte e dove sono le corde vocali, il tratto fonatorio, il triangolo vocalico, quanto è importante il diaframma, e respira di qua, e respira di là… All’inizio del percorso, per superficialità, non ha dato peso più di tanto a questi due ultimi elementi. Li davo per scontati. Sì, esistono, ma a cosa mi servono? Ora so dove si trova il diaframma e a cosa serve…respirare so respirare altrimenti sarei morta… quindi perché perdere tempo??

Non sapevo ancora che sarebbero diventati delle colonne portanti non solo del mio mestiere, ma anche della mia vita. Ma ora...sigla!

Ciao sono Alessandra Eleonori, sono una doppiatrice e speaker e ti do il benvenuto in “Voglio quindi posso”, un podcast dove condividerò con te le esperienze che ho vissuto e le lezioni che ho imparato quando ho deciso che era giunto il momento di cambiare vita, perché spero che ascoltandole tu possa trovare un punto di vista diverso che, forse, non avevi ancora considerato. Perché… la vita… è magia!

Sì, è vero, tutti respiriamo, ma quanti di noi lo fanno con consapevolezza? Per esempio, in questo momento come stai respirando? Provo a spiegarmi raccontandoti una storia. Un giorno, quando ancora lavoravo in agenzia, era sabato, e ero a casa con mia sorella, è squillato il cellulare e ho risposto.. Alla fine della telefonata mia sorella mi ha chiesto:

Simo: “Chi era?”  E io…Ale: “il mio capo, perché?” Simo (ridendo): “si vedeva”. Allora incuriosita le ho chiesto: Ale: ma scusa perché si vedeva? Da cosa? Simo: Da come respiravi e dal tono di voce che hai usato. Ale: Io pensavo di essere stata gentile, anche se mi ha chiamato di sabato Simo: Appunto. Si vedeva. Avevi la respirazione accelerata e respiravi alzando le spalle. Per non parlare poi del tuo tono….  Ale: Ma quale tono? Sono stata gentilissima. Simo Sì sì.. Ale: Ma è vero! Simo: Avevi un tono più alto del solito e parlavi più in fretta. Ale: ah Simo: Eh..

Aveva ragione. Da quel momento ho iniziato a rendermi conto di come respiravo quando mi interfacciavo con lui e in alcuni momenti della giornata. Mi sono resa conto che, anche senza un motivo, mi ritrovavo seduta alla scrivania dell’ufficio con le spalle curve, gli addominali contratti e respiravo nella parte alta, con le spalle. Una volta rilasciati gli addominali, provavo a riassumere una postura corretta e a respirare come si suol dire, con la pancia e tutto cambiava.

Cosa intendo per “respirare con la pancia”? Qui mi riallaccio al nostro amico diaframma. Non starò a dilungarmi troppo. Il diaframma è un muscolo. Una specie di mezzaluna capovolta che tutti noi abbiamo e che serve a farci respirare. Per capire dov’è ti propongo due esercizi. Uno più semplice e un altro che richiede l’utilizzo di un tappetino.  Aahahah    perché sto ridendo? Perché questo è il primo esercizio! Ridi… di gusto… e veramente… dico sul serio.. ridi… In questo modo stimolerai il tuo diaframma. Non ti è mai capitato di ridere tanto e poi di avere la pancia che ti faceva male? Ridi e metti una mano appena sotto l’osso dello sterno. Sentirai che va avanti e indietro. Dai, allora come ci insegna anche lo yoga della risata, facciamoci una bella risata,.

Il secondo esercizio come ti dicevo, necessita di un tappetino. Una piccola premessa: non forzare mai i movimenti e sii gentile con il tuo corpo. Esegui i movimenti in modo dolce e armonico, senza strappi. Prenditi un momento per te, sdraiati per terra. Metti una mano appena sotto alle costole e l’altra sul petto e inspira dal naso senza alzare le spalle. Il tuo obiettivo in questo esercizio è quello di far alzare la mano appoggiata sulla pancia e non quella sul petto, che deve restare ferma. Sentirai che sulla pancia si creerà un rigonfiamento e in quel punto ti sembrerà che la mano sia accompagnata verso l’esterno. Ecco, lì c’è il tuo diaframma. Poi espira dolcemente con la bocca. Se noti che la mano sul petto si alza significa che non stai usando il diaframma: continua a concentrare la tua attenzione sulla pancia e immagina di gonfiare un palloncino rosso che piano piano si ingrandisce mentre inspiri con il naso. Quando espiri apri la bocca e lascia uscire l’aria in modo passivo, senza contrarre i muscoli addominali o inarcare la schiena. Anche in questo caso la mano sul petto deve rimanere ferma.

Ma perché tutta questa attenzione al respiro e al diaframma? Il diaframma non è solo utile per la respirazione. Sei preoccupato per qualcosa? Hai un discorso importante da fare? Una presentazione? Una decisione importante da prendere? Uno spettacolo? Hai preso uno spavento? Hai l’ansia da prestazione? Il diaframma e la respirazione saranno i tuoi “paracadute”. Sembra incredibile, ma il modo di respirare è in grado di cambiare il tuo stato. Come lo so? Nel periodo in cui volevo seguire il mio sogno, mi è capitato di sperimentare degli attacchi di ansia. Un giorno stavo andando in metropolitana e così, senza preavviso e senza un motivo apparentemente scatenante, il mio cuore ha iniziato ad accelerare, la respirazione è diventata sempre più veloce e mi sembrava di avere un pugno nello stomaco. Poi la testa ha iniziato a girare e pensavo che di lì a poco sarebbe successo qualcosa di terribile. Non vedevo l’ora che le porte della metro si aprissero per uscire, pensando alla brutta figura che avrei fatto se fossi svenuta davanti a tutti. Finalmente le porte si sono aperte e ho potuto raggiungere una panchina.

Brutto vero? In quei momenti perdi letteralmente il controllo. Per fortuna avevo letto qualcosa in proposito e ho iniziato a fare degli esercizi per calmare quello stato di allarme che io stessa, o meglio, che la mia testa, aveva provocato. Quindi ho iniziato a respirare con il diaframma…Inspiro per 4, trattengo per 4, espiro per 4, trattengo per 4. Inspiro per 4, trattengo per 4, espiro per 4, trattengo per 4. Inspiro per 4, trattengo per 4, espiro per 4, trattengo per 4.

Poi ho iniziato a contare da 100 indietro saltando i numeri e domandandomi: cosa fa 100-4? 96 e 96 meno 7? 89 e 89 meno 2? 87 e 87 meno 8? 79…e così via. E lentamente mi sono calmata.

In generale se abbiamo degli stati di ansia, vuol dire che ci sono delle situazioni nelle nostre vite che varrebbe la pena approfondire. E infatti così ho fatto e il resto…lo sai già. La respirazione fa parte integrante di un percorso di consapevolezza. Di sé, dei propri mezzi, dei propri talenti e chi più ne ha più ne metta. Nei miei corsi ci tengo molto a parlare di questo concetto, e soprattutto della consapevolezza della propria voce. Come fare pace con la propria voce quando non ci piace, come usarla, quali tecniche applicare per ridare spontaneità ai nostri discorsi, alle nostre letture, alle nostre presentazioni etc…

Ma come si fa ad essere più consapevoli? Credo che uno dei modi per sviluppare la nostra consapevolezza sia quello di meditare. Ti chiederai perché. Perché d quello che ho avuto modo di apprendere, la meditazione ti concede dei momenti per pensare solo a te stesso, al tuo corpo e al tuo respiro in un tempo presente. È uno degli strumenti che più mi ha aiutato a trovare sempre la centratura su me stessa e su quello che stavo facendo. E, per questo, vorrei condividerlo durante l’ultimo episodio di questo podcast dove ho preparato un meditazione per te.

Adesso invece dedichiamoci alla nostra consueta rubrica: “Una voce per te”. Questa volta ti propongo un estratto di un libro di #Osho: “Cogli l’attimo” che ci spiega ancora meglio l’importanza del respiro: 

“Non hai mai osservato che il respiro cambia con il cambiare delle emozioni? Quando sei arrabbiato, respiri in un certo modo; cerca di osservare come respiri quando sei in collera e poi, quando ti senti andare in collera, prova a respirare in maniera diversa: non riuscirai ad arrabbiarti. Ti puoi arrabbiare solo con una respirazione particolare.

Quando sei innamorato, osserva il tuo respiro: il suo ritmo, la musica, l’armonia. Disturba quell’armonia, e l’amore svanirà. Oppure, crea quell’armonia e apparirà l’amore.

Se riesci a essere padrone del tuo respiro – ed è una scienza profonda – diventerai padrone delle tue emozioni. Di conseguenza, tramite il ritmo della respirazione, si possono conoscere molte cose, anche nel sonno: un osservatore può guardare il tuo respiro e saprà se hai un sogno collerico. Nell’arco della giornata, si può prestare attenzione a tre elementi nella respirazione. Innanzitutto devi respirare profondamente, per tutto il giorno. Crea un ritmo silenzioso e sentiti rilassato in quel ritmo, non essere innaturale, e conserva quel ritmo per l’intera giornata. Come seconda cosa, ogni volta che te lo ricordi, osserva il tuo respiro, osservalo semplicemente. Seguendolo cambierai moltissimo, perché questa consapevolezza costante ti distaccherà dalla mente. L’osservazione non ti darà spazio per pensare, sarà un ottimo diversivo. Come terza cosa ogni volta che ti senti rilassato, emetti un “ahhh” profondo, ed espira. Segui il respiro e siine consapevole. È una pulizia profonda. Per tutto il giorno, ventiquattro ore su ventiquattro: ogni volta che ne sei consapevole, ricordalo. Ricordalo, e non limitarti a ricordarlo: praticalo.